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Il Monte Procinto è uno dei rilievi montuosi più noti delle Alpi Apuane. Questa fama è dovuta alla sua forma unica (simile a quella di un “panettone”) e alla cengia (l’anello del Procinto) frequentatissima dai camminatori di ogni ordine e grado. Tuttavia per lo scalatore che ha affrontato almeno una volta le sue pareti l’originalità del profilo del monte diventa poca cosa in confronto alla bellezza della sua roccia e dell’arrampicata che offre. La roccia calcarea molto compatta, la verticalità della parete Est, le prese nette e distanti, rendono la scalata sempre molto bella e atletica. Gli itinerari che attraversano il Procinto sono talmente tanti che è facile durante la salita iniziare una via e terminarne un’altra. Con questi versi Ludovico Ariosto descrive il Procinto: "Lo scoglio, ove il sospetto fa soggiorno, Alto dal mare da seicento braccia, Di ruinose balze cinto intorno, E da ogni parte il cader minacciaIl più stretto sentier, che guida al Forno, La' dove il Garfagnin il ferro cacciao la via Flamminia o l'Appia nomar voglio verso quel che dal mar va in cima al scoglio." [l. ariosto, I cinque canti]. Lo scalatore che si trova in sosta sulla parete Est del Procinto difficilmente riesce a trattenere un sussulto di stupore quando, intento ad ammirare il panorama, il suo sguardo incontra l’imponente parete del Monte Nona: verticale, liscia, chiaramente dura. Negli anni sono nati in questi luoghi, al margine delle storiche vie lunghe, settori di arrampicata sportiva con roccia buona e tiri interessanti, come Lo Zoccolo e Calami Jeans (foto di Lorenzo Cangiano; licenza BY-NC-ND falesiaonline).