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L'IDEA. Tutto è cominciato dal dubbio "....possibile che..?". Possibile che sul versante nord-est della Pania della Croce non vi siano vie di roccia? Possibile che neanche su quelle falesie si possano posare mani e piedi? "Possibile! tutto esplorato...!", "... friabile...!", ".. marcio...!", "....perdete tempo...!", le sentenze arrivarono presto. Le pareti però erano li invitanti e solari, corrugamenti, fessure, placche, buchi, diedri, mostravano i racconti di un romanzo perfetto scritto dal tempo, e se fosse invece che il terreno di gioco c'è ed è stato sottovalutato? Ovunque si posasse lo sguardo si apriva una pagina nuova dove perdersi seguendo la fantasia che già anticipava movimenti e gesti e dove perdere ore a immaginare e a tracciare nell'aria linee di salita che già prendevano forma. E a noi, come in tutti in quei casi quando un pensiero assurdo diventa un fatto possibile, a noi dicevo, saliva sempre di più la voglia di esplorazione. "Gia ma da dove cominciare?" Bho!, mah, bhe! Meglio chiedere a chi ne sa più di noi fu la conclusione, " io conosco un grande climber, un vate della roccia che potrebbe darci una mano", va bene si rimanda a quando verrà. Ma al guru del gesto non bastarono le lusinghe dei suoi confratelli minori e il sogno non poteva morire cosi aspettando Godot e le pareti erano li come sirene invitanti e i sogni a colori erano ancora vividi dopo il risveglio sotto un cielo che spartiva la sua luce a metà tra la terra e il mare. Io ci provo e credici sono nate nell'indaco di un mattino, con 25 metri di cavo elettrico e una batteria da automobile alla base delle pareti che garantiva al trapano un autonomia di quattro fori e mezzo, per la voglia del gioco dell'arrampicata, che cosi come per altri giochi intriganti, non si misura con i gradi del tempo o del metro ma con la scala del piacere che esso procura. Ma questo lo sanno bene i bambini che "perdono" ore ad inseguire e a dar forma alle nuvole e le loro attività trovano sempre nuovi compagni disposti a far banda pronti ad aggregarsi in stormi rumorosi ed entusiasti come gabbiani. Cosi mentre Francesco e Alfonso facevano la spola al rifugio per la ricarica della batteria e Luciano terminava il foro a mezzo con il perforatore a mano, altri climber entravano in gioco attraversando gli specchi magici delle pareti di questa Isola che non c'è nella terra di mezzo delle Apuane. Cominciato tutto dal dubbio, tutto è andato cosi! Ma le storie sono infinite cosi come i sogni che a volte sono proprio semplicemente davanti ai nostri occhi. RINGRAZIAMENTI. Ai compagni di gioco, Alfonso Lenzoni, Francesco ed Erasmo Ciccolella, Luciano Cerasomma, Gianfranco "Rambo" Coltelli, Stefano Nesti, Andrea Consani e l'Albe Redini, un grazie particolare a Giuse "Skyrun" Canale che in più ha alimentato di sogni (spit e materiale), le tasche vuote di tutti gli altri climber e poi... massi anche a Davide Barsetti, Antonio Biondi e Alessandro Nardi "il Bufera" tre ladroni di via quanto preziosi ed instancabili chiodatori.Una particolare riconoscenza va all'azienda Terra Uomini e Ambiente per la fornitura del materiale, alle ditte Climb di Firenze di Andrea Astorri e Ronchieri Sport di Massa per il loro indispensabile contributo alla realizzazione della serata di presentazione delle falesie a Lucca con Pietro Dal Prà, al media specializzato ToscoClimb e al suo nume Toni Lonobile che ha diffuso la notizie per ogni dove e poi ancora ad Equilibri Precari che ha interessato Pisa, ad Antonella Poli, a Beppe "Skialp Bible" Puddu che invece ha fatto pubblicità a Lucca coinvolgendo la sezione Cai di Lucca, a Bruno Barsuglia moderatore della serata e infine a Ema "Manu" Cesaroni per il suo prezioso lavoro senza il quale non sarebbe stata possibile la realizzazione di una piccola guida. AVVICINAMENTO E NOTE TECNICHE. La palestra si raggiunge in meno di 20–25 minuti dal Rifugio Rossi, percorrendo sentiero che tagliando la parete Nord-est della Pania porta verso il Pizzo delle Saette (sentiero CAI 139 poi bivio per Pizzo delle Saette e seguire i bolli blu). La palestra è suddivisa in 6 settori e consta di 35 monotori che vanno dai 10 fino a 30 metri di sviluppo. I settori 'Amoretti lato sinistro', 'Amoretti lato destro (alto)' e 'Amoretti lato destro (basso)' si trovano sopra il su citato sentiero in prossimità dell'attacco della via invernale 'Amoretti di Vestea'. Gli altri tre, 'Isola', 'Torre della Borra di canala' e 'Torre della Borra di canala (sinistro)' sono disposti sotto al sentiero. Tra i vari settori è possibile spostarsi in tempi minimi. I gradi delle vie vanno dal IV fino al 6c/7a e sono presenti due progetti che attendono ancora la libera. Tutti gli itinerari sono ottimamente chiodati con fix da 10mm e presentano la sosta di calata per la moulinette. La roccia calcarea è molto lavorata e di ottima qualità; spesso è incisa da stupende rigole o da fessure svase. Le vie generalmente si sviluppano su placche verticali ma non mancano tiri in strapiombo. L'approccio è diffusamente tecnico, spesso in aderenza, mentre in altri casi l'arrampicata è atletica e richiede forza e resistenza. Le vie stupiscono per la grande varietà di situazioni e soddisfano quando passaggi poco evidenti vengono risolti con sequenze di movimenti entusiasmanti. La stagione consigliata per la frequentazione è l'estate essendo il sito ubicato a circa 1600 metri di quota. L'esposizione delle pareti offre caldo sole subito al mattino e una leggera brezza fresca dal pomeriggio alla sera. Sono utili 12–13 rinvii e una corda da 70 metri. Si raccomanda vivamente l'uso del casco già lungo il sentiero di avvicinamento per l'elevato rischio di caduta sassi dalle pendici della Pania. di Antonello Chiodo del Rifugio Rossi (Realizzazione grafica in collaborazione con Emanuele Cesaroni ed il software GEKO)